Scoperti i resti di Platia

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Melo81
icon10  view post Posted on 27/9/2008, 17:05




Scoperti i resti di Platia

Gli scavi di "Platia"Nel post-it 17 del 13 novembre avevamo dato notizia di importanti scavi realizzati negli ultimi mesi nelle adiacenze della Villa che hanno riportato alla luce resti medievali. Avevamo notizia di azioni o ipotesi di ricopertura degli scavi che trovavano l'opposizione degli archeologi per i quali si tratterebbe di uno dei più importanti siti medievali in Sicilia. Segnalavamo, inoltre, l'enorme importanza del ritrovamento per la storia di Piazza perché i resti risalirebbero all'epoca di Guglielmo I d'Altavilla, cioè di quel re normanno che nel 1161 fece radere al suolo Platia perché la sua popolazione normanna si era rivoltata contro la politica filosaracena del re.
Chiedevamo, nel nostro editoriale, se fosse vero che si volesse ricoprire l'area di scavo e, eventualmente, quale ne fosse il motivo.
Naturalmente nessuno ha risposto. Domenica 12 dicembre La Repubblica edizione di Palermo, ha dedicato due pagine intere alla notizia dei ritrovamenti (ripresa subito dalla Rai e da da La Sicilia on line) e la conferma che potrebbe trattarsi del vecchio sito della città. Il titolo "I tesori di Piazza Armerina. Non solo mosaici, scoperta la città medievale", conferma l'importanza della scoperta, la cui divulgazione pone fine al pericolo che gli scavi venissero ricoperti come sembra che fosse nelle intenzioni del Soprintendente che, però, sarebbe in questo stato bloccato dall'Assessorato regionale dove, evidentemente, si è compreso subito l'importanza del sito e della sua pubblica fruizione. «E' una scoperta di grande importanza si legge sull'articolo di Tano Gullo che rimette in primo piano l'urbanistica normanna fino agli anni Settanta immolata dagli archeologi sull'altare della più nobile architettura classica». Secondo la Sicilia on line «gli archeologi hanno portato alla luce circa 50 mila reperti, tra anfore, monete, aratri, vasellame, ora stipati in 300 casse di legno, in attesa di essere esaminati.» Noi non possiamo che essere felici di questo ulteriore arricchimento del patrimonio archeologico del nostro territorio che rende ancora più urgente la realizzazione di un museo archeologico attraverso il quale rendere osservabili i reperti, ma siamo anche fortemente interessati all'esito degli studi che l'équipe diretta dal prof. Patrizio Pensabene, dell'Università di Roma- La Sapienza sta conducendo. Non solo potremmo avere una conferma attendibile circa la localizzazione della città distrutta da Guglielmo (a tal proposito gli archeologi hanno appurato che «i villaggi scoperti sono due, uno ricostruito sulle macerie dell'altro e l'ultimo abbandonato da tutti gli abitanti nello stesso momento» (la Repubblica), ma potremmo cominciare anche a restringere le ipotesi sulla origine del nome della città. «Dal punto di vista puramente etimologico scriveva vent'anni fa Ignazio Nigrelli è possibile che il toponimo derivasse da Palatia (i palazzi), in relazione agli imponenti ruderi della villa, o da platia (mercato) in relazione alla funzione economica assolta fin dal tempo dei romani dalla località». Allora lo storico scomparso nel 2000 affermava «che all'arrivo dei Normanni esistesse nelle vicinanze di Anaor un centro abitato chiamato Platia e che magari esso occupasse i ruderi di un'antica villa romana, è un'ipotesi suggestiva, specialmente per gli archeologi, ma nient'altro che un'ipotesi, finché non verrà convalidata da irrefutabili prove documentarie.» Oggi alcune di queste prove potrebbero essere state trovate.

Articolo preso da PIAZZA GRANDE
 
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