Pasquasia e Floristella, il mistero delle scorie perdute

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Melo81
view post Posted on 11/10/2007, 14:07




Pasquasia e Floristella, il mistero delle scorie perdute
E' giusto e doveroso far chiarezza su una annosa controversia attuata tra chi è scettico e chi è disfattista, sulla tanto nominata miniera di Pasquasia e le eventuali scorie nascoste al suo interno.
Nel 1997 l'On. Grimaldi, allora Assessore al Territorio e Ambiente presso la Regione Sicilia, sollevò le sue preoccupazioni su l'alto tasso di mortalità e malattie leucemiche e tumorali in provincia di Enna e di Caltanissetta. Da uno studio di un noto oncologo, il Dr. Cammarata, emersero risultati allarmanti. In particolare, Grimaldi fece notare come in una cittadina come Enna, sì capoluogo, ma il più povero d'italia, non ci fossero industrie capaci di alterare in tale modo i valori dei cittadini fino a causarne la morte. Eppure le cose non quadravano; ci si poteva trovare davanti a un dilemma di difficile soluzione, non avendo di fronte agli occhi la causa evidente di patologie tumorali. Ma ciò che non si vede non è detto che non esista; infatti ben presto l'onorevole cominciò a pensare a quella miniera e alle parole di un pentito di mafia, tale Leonardo Messina che al Procuratore Vigna disse di aver assistito a scorribande di strani camion che nella notte scaricavano barili e barili di materiale radioattivo nelle profondità di Pasquasia. Tale dichiarazione fece crescere in Grimaldi tutta la preoccupazione possibile, tanto da tentare di entrare nella miniera per constatare di persona quanto affermato dal Messina. Però fu respinto...così riferisce in una intervista del 2001 rilasciata al giornalista ennese Angelo Severino: «Quando cercai di entrare a Pasquasia con dei tecnici, con degli esperti del mio assessorato, ebbi grande difficoltà ad accedervi, perché non volevano che entrasse la televisione. Non volevano nel modo più assoluto che si vedessero i pozzi. Quando poi sono riuscito ad entrare all'interno della miniera, la cosa più strana che vidi era che uno di quei pozzi, che loro chiamavano bocche d'aria o sfiatatoi enormi e profondi di diametro più di 15 metri, era stato riempito con materiale che di sicuro era stato trasportato all'interno della miniera per chiudere, per tappare in modo definitivo quella bocca. E non si tratta di materiale buttato dentro casualmente come può verificarsi in una miniera temporaneamente chiusa, come quando qualcuno che vede una pietra e che la butta dentro. Qui si tratta di TIR carichi di materiale che poi hanno buttato dentro appositamente per seppellire e nascondere un qualcosa».
Negli anni successivi, durante la protesta dei cittadini di Scanzano Jonico (Matera) in una riunione straordinaria a Palazzo Chigi fra i ministri Matteoli, Marzano, Giovanardi, Pisanu e del sottosegretario Letta, la miniera di Pasquasia fu individuata come una valida alternativa per lo "stoccaggio" dei rifiuti altamente nocivi. Una sorta di "legalizzazione" di quanto già avvenuto presumibilmente già dagli anni 70.
I risultati di una ricerca dell'autorevole "Il Sole 24 ore" ha riconosciuto, suo malgrado, come la città con il più alto tasso tumorale d'Italia. Pensate, si muore più nella Provincia ennese che nella sola città di Milano che è zeppa di industrie inquinanti, smog e fumi nocivi. Come è possibile? A Enna quante aziende ci sono? e quelle che ci sono producono più inquinamento delle "grandi" milanesi?
Di recente, la morte di un giovane valguarnerese, Salvatore Profeta, ha rialzato il sipario su questa annosa controversia, lasciando presagire scenari ben più allarmanti. Pasquasia non sarebbe la sola. Anche Floristella e Grottacalda, due ex miniere di zolfo, sarebbero state indicate come presunti giacimenti di scorie nucleari occultate. A memoria d'uomo ricordo diverse morti premature e per particelle tumorali. A Valguarnera oltre agli anziani, i giovani muoiono di tumore e non per malaugurati incidenti come nel resto d'Italia.
Incredibile, direi. Ma facciamo qualche passo indietro.
Cancellando Scanzano Jonico dalla lista dei possibili siti di stoccaggio, il consiglio dei ministri individuò ben tre luoghi alternativi, tutti siciliani: La miniera di Salinella (Enna); una ex miniera di zolfo tra i comuni di Agira e Assoro; e vicino Resuttano, in zona di Caltanissetta. Quanto detto viene confermato da Sergio D'Offizi, dell'Area Territorio e Ambiente della Sogin, azienda che si occupa di nucleare. Da quelle dichiarazioni nacquero e crebbero altre polemiche; però poi tutto è tornato a tacere. Che fine hanno fatto quelle scorie? e quelle che il pentito Messina ha detto di aver visto a Pasquasia?
Fatto sta che la tipologia del terreno ennese e nisseno è molto ambito dall'eco mafia perchè al suo interno è possibile occultare di tutto, perfino armi.
Però il tipo di arenaria e argilla, puntellata da falde acquifere che quando sgorgano in superficie vengono usate per irrigare campi e abbeverare le bestie...e possono finire nell'organismo umano. Troppi giovani muoiono ogni anno in Provincia di Enna e forse, con presunzione, si vuole far credere al popolino che la signora morte ha cambiato i piani...ovvero, morire di gioventù anzichè di vecchiaia.

Secondo i dati Istat a Enna 16 persone su 10.000 all'anno, muoiono di tumore o malattie all'apparato respiratorio...
In posti decisamente più insdustrializzati, come Milano, ne periscono "solo" 12 ogni 10.000...
A Torino e Genova 11 ogni 10.000.

Andiamo al famoso impianto di compostaggio in progetto a Dittaino, quindi Provincia di Enna, a pochi chilometri da Valguarnera:

Già il fatto che un impianto del genere sorga a pochissimi chilometri dal centro abitato, a ridosso di una strada molto trafficata, attorno alle acque del "rigagnolo" Dittaino....
Il rischio a livello di immagine è quello di vedere Valguarnera e dintorni considerata la pattumiera del centro Sicilia.

Il Compostaggio funziona così:

E' una tecnica che permette il trattamento della frazione organica biodegradabile dei rifiuti solidi urbani (di cui rappresenta circa il 25-30%) con conseguente recupero di materiale e riduzione dell'impatto ambientale.
E' un fenomeno di trasformazione della frazione organica del rifiuto promosso da gruppi diversi di microrganismi in presenza di ossigeno (condizioni aerobiche)

Quindi saremo "impestati" tutto il santo giorno da odori nauseabondi e così detti "odori molesti".
Il materiale organico separato viene assorbito dal terreno. Gli impianti di compostaggio, come tutti gli impianti dove si gestiscono e trasformano grandi masse di sostanza organica, sono causa di emissioni odorose. Tutti i processi di decomposizione o di dispersione dei composti volatili sono vettori di stimoli olfattivi importanti. Negli impianti di compostaggio, soprattutto, i motivi di fenomeni odorosi particolarmente intensi possono essere ricondotti alla presenza di situazioni critiche del processo o a problemi impiantistici:Presenza di sacche anaerobiche nei cumuli (composti non completamente ossidati di zolfo, carbonio e azoto); Aerazione scarsa o non utilizzata convenientemente dalla biomassa; Utilizzo improprio dei rivoltamenti della biomassa; Errata progettazione delle strutture base o cattiva conduzione dell’impianto.

di Carmelo Parrinelli


ADESSO...

Posto un articolo interessantissimo sulla questione tumori in Provincia di Enna. In particolare si parla di Piazza Armerina.

Solo a Piazza Armerina tre morti di tumore nell’ultima settimana. Un ragazzo di 17 anni per leucemia, un giovane di 30 anni ed un adulto di 57. A Enna si muore di cancro più che nelle altre province siciliane. 16 persone su 10.000. A Milano il dato è di 12 persone ogni 10 mila. A dirlo non sono io, è l’Istat. A Gela la situazione è ancora peggio. 1142 sono stati i casi di cancro tra il 2002 e il 2004. Sempre nel 2004 i casi accertati di tumore sarebbero stati 402: 248 uomini e 154 donne. La media nazionale è di 100 ammalati per 100 mila abitanti. A Gela gli ammalati di cancro sono 4 volte di più di qualsiasi altra città d’Italia. Ma c’è di peggio. A Gela dal 1992 al 2003, 520 bambini su 13.060 sono nati malformati. Una incidenza del 4%. Si tratta soprattutto di "ipospadie", una sorta di sviluppo anomalo dell’uretra. Bimbi condannati prima di nascere. A Gela sono venuti alla luce anche neonati con sei dita, senza palato, con un solo orecchio. Roba da non crederci nel terzo millennio. Una cosa è certa. Più si inquina più si muore. La chiesa, che in molti ritengono lontana da questi problemi, celebra ogni primo settembre la “giornata per la salvaguardia del creato” in cui invita tutti ad una seria riflessione sull’uso indiscriminato della natura. Solo dire l’ultima Benedetto XVI nell’ultima Agorà dei giovani di Loreto ha fatto utilizzare solo materiale biologico. Allora interroghiamoci. Se da noi si muore di tumore più che altrove quali sono i motivi? Non è facile rispondere, anzi forse è impossibile. Citiamo oggi solo tre questioni che riguardano il territorio tra Enna e Gela. Pasquasia, stabilimento dell’Enichem e sterco di vacca, si avete letto bene, sterco di vacca.
Partiamo dalla miniera di Pasquasia. Rappresentava una delle più importanti fonti occupazionali del centro Sicilia. Non si riescono a capire i veri motivi della chiusura. In molti dicono che il governo abbia fatto cessare l'attività estrattiva per depositare nei tunnel scorie nucleari. Alcune interrogazioni parlamentari hanno chiesto lumi sulla vicenda. In una di queste si legge “sarebbe stato notato il passaggio di mezzi pesanti, con targhe straniere, nella statale fra Enna bassa e Caltanissetta e che ciò rafforzerebbe l'ipotesi che la Sicilia potrebbe essere crocevia di un traffico internazionale di rifiuti tossici gestito dall'Ecomafia”. Alle interrogazioni dei parlamentari nessuna risposta concreta. Alcuni parlano di segreto di stato. Un altro attore della vicenda Pasquasia è boss mafioso Leonardo Messina. Lui u tunnel li conosceva bene. Ci lavorava. Ha raccontato, durante un interrogatorio, delle gallerie, delle scorie e dei suoi contatti con il Sisde i servizi segreti nazionali. Una cosa è certa: in tutta Europa quando seppelliscono fusti con scorie nucleari li coprono di sale. Dicono che evita i danni. A Pasquasia il sale non manca e da li partono tante falde acquifere. Risposte ancora aperte.
Passiamo allo stabilimento di Gela dell’Enichem. Forse ora inquina di meno, ma basta parlare con qualsiasi gelese per capire quanto abbia inquinato nel passato. L’Enichem cerca di farsi voler bene. Ha regalato al sindaco, ex dipendente dello stabilimento, una bella fontana all’ingresso della città. Crocetta ha annunciato che il comune si costituirà parte civile nei processi per i casi gravi di inquinamento ambientale ed ha previsto l’istituzione di un fondo di 300 mila euro per aiutare le famiglie povere di quei malati di tumore costretti ad affrontare spese insostenibili. Fino a poco tempo fa il polo industriale era una sorta di “grande manna dal cielo”. Dava occupazione a 12 mila operai. Molte famiglie hanno vissuto bene e con gli stipendi hanno costruito migliaia di case, quasi tutte abusive. Ancora oggi alcuni quartieri hanno strade sterrate. Alcuni operai sono stati costretti al prepensionamento per l’esposizione all’amianto. Nel 2002 la magistratura fece chiudere quattordici serbatoi e due depositi di carbone della raffineria perché inquinavano. Ma la storia della raffineria è una storia d’inquinamento perenne. Nel 1980 gli impianti degli scarichi industriale sono stati sequestrati perché violavano la legge Merli in maniera spropositata. Oggi l’Enichem è più attenta, dice di non inquinare e di essere dentro le norme, ma fino a qualche anno fa ha scaricato tutto ed il suo contrario nel cielo e nel mare gelese. Pure la fauna marina è sparita quasi del tutto. Quand’ero piccolo a Manfria riuscivo a prendere almeno una tellina dal mare raccogliendo un pugno di sabbia. Questa estate miei figli per prenderne una dovevano fare la cernita a 10 secchielli di sabbia. E non sempre gli andava bene.
Infine lo sterco dei bovini. Pochi ne parlano, ma incide parecchio. I bovini sono un miliardo e duecentottanta milioni. Un bovino per ogni 5 abitanti. Secondo il National Resarch Council della National Academy of Science, la carne bovina è al secondo posto fra gli alimenti che aggravano il rischio d'insorgenza di malattie degenerative a causa di contaminazione da erbicidi e insetticidi. Ogni manzo produce giornalmente circa 20 chili di sterco. Soprattutto nell’ennese gli allevamenti di bovini fioccano, ma i dati sulle emissioni dei “gas da sterco” non li sa nessuno. Forse non esistono. Forse non fanno notizia, ma ammazzano la gente.

di Agostino Sella
17 settembre 14.01
 
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Melo81
view post Posted on 14/1/2008, 14:12




Ecco un video di Angelo Severino sulle scorie radioattive a Pasquasia. Noi ipotizziamo anche a Floristella.







 
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Melo81
view post Posted on 30/4/2008, 16:44




IL SINDACO DI VALGUARNERA, PIERO NOCILLA, RISPONDE ALLE DOMANDE DI CARMELO PARRINELLI...

Si ringrazia Arcangelo Santamaria, Sebastiano Giarrizzo e il portale Valguarnera.com per la concessione.

 
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